martedì 11 luglio 2017

La delusione perfetta | anonimo | - Silvia Tarantino

Il Tempo quella mattina si svegliò presto.
Come tutte le mattine, disse “buongiorno” allo Spazio, l’unico amico che aveva.
Poi, mentre il caffè saliva, si mise ad osservare le clessidre, che teneva ordinatamente in fila, sugli scaffali della sua grande libreria.
La sabbia scendeva lenta, uniforme. Silenziosa.
Erano tutto in ordine.
La clessidra della transitorietà, quella dell’inizio, quella della fine, quella dell’armonia, la clessidra empirica, quella dell’astrazione, quella della relazione causa-effetto, la clessidra dell’eternità imperfetta, della relatività, dell’irriversibilità, la clessidra della prevedibilità, dell’invarianza, quella della durata delle cose, quella del tutto passa e niente rimane, quella dell’attimo fuggente, quella dell’eterno ritorno.
Centinaia di clessidre.
L’ultima era la più grande di tutte. La clessidra dell’illusione della mente.
Bevve il caffè ma non gli fece effetto.
Si sentì svuotato.
Non capito.
Non conosciuto.
Non amato.
Sentì la nausea di essere desiderato solo per un momento.
Desiderato come attimo. Desiderato come superficialità.
Ma rifiutato nel suo insieme. Nel suo esistere quadrimensionale.
Gli uomini preferivano non sapere.
Il Tempo socchiuse solo gli occhi.
Con un colpo secco, fece scorrere la mano aperta sugli scaffali, senza neanche cambiare espressione.
Le clessidre caddero una dopo l’altra a terra. Frantumandosi.
La sabbia, impaurita, cercò di rifugiarsi sotto la libreria.
Poi il Tempo iniziò a schiacciarsi. Levò la simmetria. Levò tutti i riferimenti.
Eliminò le suddivisioni fra passato, presente e futuro.
Poi compresse la sua dimensione.
Diventò una cosa sola.
E gli uomini, diventati una cosa sola anche loro, iniziarono a vivere contemporaneamente, tutta la loro vita.
Nati, piccoli, adolescenti, adulti, vecchi.
E vissero contemporaneamente tutti i loro amori.
Dissero contemporaneamente le stesse parole. Ripeterono gesti e destini.
Si videro come erano. Senza nessun velo.
E provarono terrore.
Provatela anche voi la delusione perfetta. Mormorò il Tempo.
Ma gli venne la pietà.
Si decompresse. Ricreò le suddivisioni. Rimise i riferimenti. Riportò l’asimmetria. Suddivise il passato, il presente il futuro. Si dilatò. Ritornò nella sua dimensione. Raccolse le clessidre. Le riparò. Rimise la sabbia dentro.
Ogni cosa tornò a posto.
Non abbiate paura.
Va tutto bene. Disse.
Va tutto bene.
E la sabbia, rassicurata, ricominciò a scorrere.
Lenta, uniforme.
Silenziosa...


anonimo

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