Questi non sono episodi; questi sono i binari su cui corre la volontà politica di chi governa il Paese di portarci verso una nuova dimensione di “democrazia illiberale e autoritaria”. In Italia e in Europa.
Prima di loro, con noi, con i nostri governi, tutto questo non sarebbe potuto succedere e, infatti, non è successo! Ma gli elettori hanno scelto in maggioranza loro, per molti motivi, compresi errori o mancati interventi da parte nostra. Ora però qualcuno apre gli occhi. Per questo sono convinto che serva una nuova ribellione civile, oltre i confini dei Partiti. Come successo a Torino.
A noi serve fare il nostro congresso per eleggere un segretario capace di mantenere salda la barra di una sinistra moderna, innovatrice, riformista. Io ho dato il mio appoggio a Matteo Renzi e ai nostri governi, ho lavorato nella segreteria politica del PD e ho lavorato in Parlamento per il successo del governo, ho visto in quella stagione la sinistra che usciva dall’angolo, allargava i confini e disegnava il futuro. Conquistando un consenso grandissimo. Poi qualcosa si è rotto, dentro il Partito e nel Paese. Si possono trovare errori e fare critiche, ma cancellare quanto di buono è stato fatto, no. Il disastro che stiamo vedendo sotto i nostri occhi ci dice chi fossero quelli che criticavano il nostro lavoro. Dove portassero le loro critiche. Verso quale idea di Paese e di Democrazia volessero trascinarci.
Deve essere chiaro: non c’è speranza di cambiamento in questo Paese senza il PD  e non c’è speranza se noi non affermiamo una nuova guida con lo strumento delle primarie. Se Marco Minniti offrirà la sua candidatura io l’appoggerò e lavorerò per il suo successo al Congresso. Sono preoccupato per il mio Paese e per il mio Partito. E per nessuno dei due voglio tirarmi indietro e lasciare il campo. Anzi, voglio fare ancora di più e farlo adesso!
Grazie per la tua attenzione e la tua passione.
Un caro saluto.
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