Avere la capacità di rinuncia ad una forma e all'immobilità?
Potrei costruire rumori diffusi dalla frizione di molecole indipendenti e inarrestabili.
Potrei scivolare sulle superfici più ruvide o penetrare i materiali mentali più disponibili,
in profondità, lavando, rinfrescando, arricchendomi di minerale neurale, vivendo ai confini dell'energia e sfuggendo microscopicamente al dominio della gravità.
Se potessi scivolare sulle cose, tutte, lasciando al mio passaggio un segno bellissimo e lieve,
che sappia poi cedere il passo a segni di altri, più freschi,
come il sapiente ritmare delle onde racconta dai tempi sconosciuti.
Se avessi la sonorità di una goccia, o di mille o milioni...
quel suono felpato del cielo che muove i suoi passi a terra con la pioggia.
O se dietro al fragore di una cascata mi facessi spuma
e poi fuggissi come nebbia verso valle per posarmi come un manto e dissetare.
E se invece fossi uomo e davvero fossi costretto ad ascoltare regole convenzionali
per non sfuggire a quel brandello di libertà che mi permette ancora di sognare,
io proverei ad invertire il percorso evolutivo e trascinerei i miei lombi inadatti verso il mare.
Se non potessi essere acqua andrei all'acqua,
in fondo alla quale non giunge il frastuono della guerra,
la luce di un sole malato, l'odore del denaro che attira gli assassini.
Solo tenebra e correnti.
Solo brillante tenebra e gentili correnti
Leonardo Vannucci
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