e le parole immobili
nel grigio del cielo.
Oggi il sole si affaccia evanescente.
Il grigio svanisce
e le parole che non sono scese
con la pioggia
si posano leggere sul davanzale
della mia finestra.
Le prendo come fragili cristalli di luce.
Delicati riflessi
che vorrei trasferire sulle pagine
che la pioggia ha ingiallito.
Mi chiami ribelle...
Ne risuona l'eco nella mia mente.
Mi chiami ribelle...
perché non so amare,
perché so mentire,
perché sono libera.
La verità ha mille sfumature.
Io sono ribelle...
perché amo senza limiti,
perché mentire non è amore,
perché niente si elemosina.
La mia penna si arresta.
Sono tante le emozioni
che qui non possono essere.
È tanta la rabbia di una condanna
senza colpa.
Forse era già tutto deciso.
Accendo un'altra sigaretta,
sperando che come il fumo
l'amore si perda come noi.
Sono alti i muri invisibili
che il tempo ha costruito.
Resta l'amarezza di noi
sospesi in un'attesa vana.
Davanti ai muri dei nostri no,
non c'è odio,
non c'è nulla da perdonare.
Ti immagino percorrere
i tuoi giorni, le tue strade,
il tuo mare...senza me.
La tua calma apparente
nascosta nel grigio della forza
del tuoi occhi...
La rabbia in quello sguardo che
solo io so comprendere.
Dietro quei muri
sono rimaste le nostre ombre.
Si toccano i pensieri...
Si toccano i ricordi...
Noi no.
D'improvviso ritornano
i nostri discorsi fino a tarda sera.
Stanotte a chi ti racconterai?
Com'erano luminosi i nostri risvegli...
un viaggio nei pensieri dall'altro.
Com'erano diverse e semplici
le nostre giornate.
Un appuntamento non fissato
con un ciao...il sole dentro.
D'improvviso non so più cos'è l'attesa.
Il mio silenzio non racconta di noi.
Un amore non puoi svelarlo...
è troppo importante
per essere sporcato da finte luci.
E trovo il nostro coraggio
di viaggiare senza ritorno.
Non c'è più attesa illusoria.
Non siamo più una storia incompiuta.
Siamo una storia finita
Michaela 2016
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