venerdì 18 novembre 2016

Sonetto XVIII | William Shakespeare | - Michaela

Dovrei paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme
di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l'occhio
del cielo e spesso il suo volto d'oro
si rabbuia e ogni bello talvolta da beltà
si stacca, spoglio dal caso o dal mutevol
corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

William Shakespeare

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