Era un 16 Marzo e un politico pugliese venuto da Maglie,
uno studioso, un uomo mite e colto, acuto e buono,
percorreva via Fani a Roma con gli agenti di scorta
e voglio citarli tutti, a uno a uno, come si addice ai martiri e agli eroi:
Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino.
Quest'uomo venuto da Maglie, che tanto ha dato all'Italia e alla Puglia,
al nostro progresso e alla nostra crescita civile,
quel 16 Marzo 1978 fu sequestrato e poi ucciso dopo 55 giorni di prigionia.
Uccidendo lui, le brigate rosse sapevano di colpire al cuore lo Stato,
quel concetto democratico e civile così presente nella mente
e nella storia dell'uomo che avevano preso e confinato in uno stanzino,
sottoposto a lugubri interrogatori e torture psicologiche,
finendolo a colpi di mitra incuranti del suo umanissimo
e incensurabile desiderio di vivere.
Noi, di quell'uomo, abbiamo oggi più di prima il coraggio di pronunciare il nome,
perché le idee dei terroristi hanno perso, mentre le sue hanno vinto.
Noi il suo nome dobbiamo pronunciarlo con orgoglio e fierezza, riconoscenza e stima,
da italiani, da pugliesi, oggi come allora e più di allora:
Aldo Moro.
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