martedì 16 maggio 2017

Quando la felicità poteva essere una susina acerba - Mirela Stillitano

Dove sedeva lei con il ventre colmo
sudata per l'interminabile crampo vitale
e non eri che un'ipotesi fino all'ultimo urlo
ti sei seduta anche tu
con in mano una susina acerba
e nell'altra un ritaglio di stoffa fiorita
strappato alla sua assenza.
Dove lui si è arreso in tutte le guerre
concesse a un uomo, ti sei fermata
più di una volta intestardita ad animare
un cucchiaio di legno, fingendo di non sentirlo
quando raccontava che in cielo
e in terra poteva somigliarti solo luna.
C'era poi la coscienza antica di ogni anima
che abbia varcato quella soglia
e spirò con te stretta fra le labbra
nell'ultimo desiderio a una nuvola
e gli altri che ad ogni passo nelle stanze
prendevano anni sui volti per sparire del tutto...
come dalle pareti di destini già scritti
sono svanite le tue minuscole impronte.

Mirela Stillitano

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