Se potessi inventarti un nome, oltre quelli che già ti ho dato e che ti darò, per ogni momento vissuto con te, ti chiamerei Settembre.Sei fine di momenti spensierati e felici, il vuoto che chiude lo sguardo malinconico rivolto al mare, prima dell'ultimo saluto. Prima del ritorno alla banalità della vita ordinaria, con la sensazione che lascia il termine di tutte le cose belle, di un'era che si chiude. Il sussulto che regala la prima foglia ingiallita che si posa sul davanzale della finestra. Il vento stanco che soffia forte, annunciando una nuova stagione, senza essere percepito da chi desidera ancora il sole. L'insofferenza ad affrontare il ritmo accelerato della città, le responsabilità, gli impegni, il frastuono di voci.
L' abbandono di lidi in quiete immobile e solitaria.
E sei principio.
Sei il raccolto di frutti, la mietitura, la vendemmia, l'entusiasmo e la paura di ogni nuovo inizio.
Il ritorno fra le cose care abbandonate, la gioia di ritrovarle ancora là. Il coraggio di affrontare l'attesa di giorni gelidi, il tepore di una casa che profuma di ricordi. La consapevolezza di una vita che attende la mia presenza.
Settembre, una via obbligata per maturare, lasciare sulle spiagge dell'esistenza il furore del mare e del mio modo di amare.
Settembre come riflessi di ricci di castagne che tingono i tuoi occhi... tanta armatura per proteggere un cuore delizioso, inacessibile a chi non ha la pazienza e la gentilezza di saperlo rispettare.
Settembre, come il tuo esistere che colora la mia natura irrequieta di rossore virginale.
Mirela Stillitano
Nessun commento:
Posta un commento