martedì 29 maggio 2018

Il filo che unisce | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sara

Chiuse gli occhi e immaginò le sue mani addosso, come quando facevano la doccia insieme e lui la insaponava con dolcezza, prima il collo e la schiena, aiutandola a sciogliere la tensione dei muscoli irrigiditi dalle troppe ore al computer. Poi con calma passava alle braccia, stuzzicando appena la curva dei seni, per scendere lentamente giù per i fianchi. Allora lei chiudeva gli occhi e si beava di quelle carezze delicate che diventavano man mano più maliziose, quanto bastava per strapparle qualche sospiro che presto si trasformava in gemito, mentre il suo corpo si lasciava sedurre da quel tocco familiare e suadente. Le parve di risentire la sua voce che le mormorava in un orecchio di non essere impaziente, mentre lei muoveva i fianchi per strusciarsi sulla sua erezione, invitandolo a darle di più. Sapeva portarla sempre oltre i limiti del proprio corpo e più volte avevano finito per fare l’amore in quella doccia, vinti dall’urgenza del momento. Appoggiò la guancia alle mattonelle e quel freddo umido la riportò a quelle volte in cui l’aveva tenuta ferma, lì, lui alle spalle mentre la penetrava, il viso e il seno schiacciato contro la parete, fino a lasciare entrambi sfiniti dall’orgasmo.


@Elisabetta Barbara de Sanctis

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