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mercoledì 19 dicembre 2018

Siamo fatti di un amore | Elisabetta Barbara De Sanctis | - Dolce Raffy


Non siamo fatti per accontentarci di brividi immaginari ritagliati con la fantasia senza sapere come, dove e soprattutto quando. Noi siamo fatti per scavarceli con le unghie sulla pelle quei brividi, per leccarci addosso il sudore e le ferite, per confonderci la carne e i respiri e gli sguardi, mescolandoli fino a che non c’è più confine tra ciò che siamo e che vorremmo essere. Noi siamo fatti di un amore che lascia addosso l'odore del sesso consumato, di pelle e saliva e umori che sporcano e che non vorremmo mai lavare, siamo fatti di qualcosa che a viverlo spezza il fiato, ma che a non farlo sarebbe uguale a morire.


© Elisabetta Barbara De Sanctis

sabato 27 ottobre 2018

mercoledì 5 settembre 2018

L'amore esiste | Elisabetta Barbara De Sanctis | - Dolce Raffy

L’amore di un uomo lo senti dalle sue mani, da come accarezza la tua pelle. In quel misto di possesso e di dolcezza. Con quelle dita che sanno farti femmina, venerandoti come la più bella fra le dee mentre violano la carne per spremerne il succo del piacere. L’amore di un uomo lo senti in quei baci che ti marchiano addosso infiniti “ti amo”, silenziosi e indelebili, quelli che urlano al mondo “tu sei mia!”

©Elisabetta Barbara De Sanctis








mercoledì 4 luglio 2018

martedì 3 luglio 2018

Lettere a un amore rubato | Elisabetta Barbara De Sanctis | - dea francy

Non è vero che siamo complicate, no. È che noi donne abbiamo un serbatoio al posto del cuore e riusciamo a metterci dentro di tutto, come nelle nostre borse: la nostra casa, la vita intera. E, come dalle borse, così anche dal cuore ogni tanto riemerge qualcosa che pensavamo non ci fosse più, qualcosa che avevamo dimenticato o forse dato per disperso, qualcosa che ci era necessario e che adesso non ci serve più. O magari questa è solo una bugia che scegliamo di raccontarci, perché a volte ne abbiamo bisogno per continuare a sorridere e con il nostro sorriso andiamo avanti, sole in mezzo al caos, forti anche quando ci sentiamo fragili, tenaci per forza d'inerzia o semplicemente perché diversamente non sapremmo come fare. Perché noi donne non siamo complicate, anche se a volte lasciamo a qualcuno la scelta di pensarlo e se questo, come tanto altro, ci fa male, poco importa: in fondo basta un po’ di trucco per ingannare chi ha paura di leggere nei nostri occhi e ascoltare ciò che abbiamo da raccontare


Elisabetta Barbara De Sanctis

sabato 16 giugno 2018

Lei: la sua fine. Ogni suo inizio | Elisabetta Barbara De Sanctis | - Sara

Raccolse quel miele salato sulle dita e lo offrì alle sue labbra. La lingua rosea e umida di lei leccò con voluttà quelle stille di piacere, accarezzandolo lentamente, beandosi dell’effetto che sapeva avere su di lui.
«Mi piace. Dammene ancora…» gli sussurrò, la voce arrochita dalla stessa lussuria che le incupiva lo sguardo.
Quella donna era sempre stata la sua maledizione, il suo biglietto per l’inferno, la ragione della follia che erano ormai i suoi giorni e le sue notti. Non c’era nulla che non avrebbe fatto per lei.
«Adesso tocca a me assaggiarti…» e scese a reclamare quel sapore che era ormai divenuto la sua droga.
Chiuse gli occhi e affondò la lingua fra le pieghe di quella carne morbida, consapevole che lei, solo lei, sarebbe stata sempre la sua fine. E ogni suo inizio.


©Elisabetta Barbara De Sanctis

Il cuore è fatto così | Elisabetta Barbara De Sanctis | - Mary Z.

Perché in fondo
il cuore è fatto così.
Si appoggia
da qualche parte
giusto un attimo
e ci resta una vita intera


©Elisabetta Barbara De Sanctis

martedì 29 maggio 2018

Il filo che unisce | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sara

Chiuse gli occhi e immaginò le sue mani addosso, come quando facevano la doccia insieme e lui la insaponava con dolcezza, prima il collo e la schiena, aiutandola a sciogliere la tensione dei muscoli irrigiditi dalle troppe ore al computer. Poi con calma passava alle braccia, stuzzicando appena la curva dei seni, per scendere lentamente giù per i fianchi. Allora lei chiudeva gli occhi e si beava di quelle carezze delicate che diventavano man mano più maliziose, quanto bastava per strapparle qualche sospiro che presto si trasformava in gemito, mentre il suo corpo si lasciava sedurre da quel tocco familiare e suadente. Le parve di risentire la sua voce che le mormorava in un orecchio di non essere impaziente, mentre lei muoveva i fianchi per strusciarsi sulla sua erezione, invitandolo a darle di più. Sapeva portarla sempre oltre i limiti del proprio corpo e più volte avevano finito per fare l’amore in quella doccia, vinti dall’urgenza del momento. Appoggiò la guancia alle mattonelle e quel freddo umido la riportò a quelle volte in cui l’aveva tenuta ferma, lì, lui alle spalle mentre la penetrava, il viso e il seno schiacciato contro la parete, fino a lasciare entrambi sfiniti dall’orgasmo.


@Elisabetta Barbara de Sanctis

mercoledì 16 maggio 2018

La tenerezza | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sara


Non fa rumore, la tenerezza. 
Non sfonda porte, non pretende.
Ti invade lentamente, goccia a goccia. 
Arriva, semplicemente...
E’ come respirare a pieni polmoni 
in una fresca mattina di primavera.
E non puoi più farne a meno...

@Elisabetta Barbara de Sanctis





Pensieri | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Dania L. - Sara

La spogliava con i pensieri, scorreva ogni curva del suo corpo, baciava ogni lembo di pelle.
La possedeva senza sfiorarla, era dentro di lei, le apriva l'anima e vi affondava tutto il suo essere a respirarne l'odore.
Poi i pensieri si fecero mani e labbra, sudore e gemiti, respiri e carne. Nulla più esisteva.
Solo il desiderio, la voglia di aversi, di respirare quei pensieri che bruciavano, di consumare quella voglia che li teneva svegli, la notte.


@Elisabetta Barbara de Sanctis


La punizione | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sara

Mi ero preparata per lui e per tutta la sera mi ero divertita a stuzzicarlo, lasciando che l'eccitazione accendesse ogni mio sguardo, ogni sfioramento per nulla casuale, ogni accavallamento di gambe. Lo conoscevo troppo bene per non aver notato il lampo di malizia che gli era balenato più volte nello sguardo, mentre sollevava l'angolo della bocca in un'espressione diabolica.
Fingeva impassibilità mentre ogni poro della sua pelle trasudava vendetta. Era quella che agognavo. Avevo approfittato della presenza di decine di altre persone per provocarlo; mi ero divertita a tenerlo sulle spine, inebriata dalla tensione erotica che ci separava dal resto del mondo, densa e pregna di promesse silenziose...
Nonostante fossi all'erta, non appena uscimmo dal locale riuscì a cogliermi lo stesso di sorpresa. Mi afferrò per un braccio e quasi mi trascinò di peso in un vicolo laterale adiacente. Pochi secondi e mi ritrovai contro il muro, schiacciata dal suo corpo, i nostri respiri come nuvole di vapore denso nella notte rischiarata a malapena da un unico lampione.
Cosa vuoi fare?, lo provocai ridacchiando.
Potrebbe vederci qualcuno, la tua punizione dovrà aspettare….
Ma io voglio che ci vedano…, mi mormorò con voce roca sulle labbra. È quello che ti meriti. Meriti di essere punita per bene per quello che hai fatto.
E le sue labbra soffocarono la mia protesta con un bacio ruvido, impedendomi di respirare.
Non può farmi questo, pensai, ma fu solo per un attimo, il tempo che gli occorse per lasciar scivolare la mano lungo il mio fianco e infilarsi nel mio sesso già bagnato.
Il mondo smise di esistere. Intrecciai la mia lingua alla sua e mi inarcai, pronta ad accogliere qualunque punizione avesse in serbo per me...


©Elisabetta Barbara de Sanctis

giovedì 10 agosto 2017

Gli spazi vuoti | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sara

Intrecciai le mie dita alle sue provando a colmare ogni spazio ancora vuoto.
Non mi piacciono gli spazi vuoti, sanno di silenzi, di cose non dette, di occasioni lasciate fuggire via per pigrizia o per indifferenza.
Per questo nella gabbia toracica ci hanno messo il cuore. Ci hai mai pensato? Avrebbero potuto metterlo in qualunque altro posto, ma così non avrebbe avuto uno spazio vuoto da riempire, un luogo per respirare, un'occasione per amare...


©Elisabetta Barbara de Sanctis

martedì 20 giugno 2017

Un giorno qualcuno mi chiederà | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Lei

Un giorno
qualcuno
mi chiederà
quale sia stata
la cosa migliore
che io abbia
mai fatto nella vita...
Ho Amato!!!
Griderò.
E quale la peggiore?
Ho Amato...
Sussurrerò.


©Elisabetta Barbara de Sanctis

mercoledì 5 aprile 2017

Il sapore di ogni peccato | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Kat Gitana

Nulla aveva più senso.
Ero perso soggiogato
intrappolato in quella visione.
Un mondo parallelo fatto di lei
della sua pelle del suo odore.
La strinsi più forte a me
volevo respirare di più.
Affondai il viso nell'incavo di quel collo
che sapeva evocarmi il sapore
di ogni peccato e le mormorai
parole silenziose tra i capelli...
Mi udì e la sua carne rispose



©Elisabetta Barbara De Sanctis


Stati d'animo | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Sonia G.


Sono quella dalle mille sfumature
quella che la vita non la misura
in tempo che passa,
ma in respiri capaci di bruciarmi la pelle
quella con il coraggio pieno di mille paure
e con le paure affrontate sempre con coraggio.
Sono quella che puoi non vedere ma che non
riesci a non sentire. Quella che se ne vale la pena
ti da tutto, anima compresa.
Sono quella del tutto o niente.
Del prendere o lasciare.
Ma se prendi tienimi, tienimi stretta,
non lasciarmi scappare

©Elisabetta Barbara De Sanctis

Quelli non erano occhi | Elisabetta Barbara De Sanctis | - Mary z.

Quelli non erano occhi. 
No.
Erano un diario. 
Di quelli con la chiave che nascondi sotto al cuscino.
Cera tutto. 
Ci potevi leggere tutto.
Erano il racconto di chi è sopravvissuto. 
Ancora e ancora.
Di chi ha sofferto e gioito.
C’erano segni di battaglie qualche volta vinte, il più delle volte perse.
Cerano segnate tutte le cadute e tutte le volte che si era rimessa in piedi.
A guardarli bene ci vedevi anche l’ombra di un barattolo di colla,
quella sempre a portata di mano per ogni volta
che era stato necessario rimettere insieme qualche pezzo.
Fragili e stanchi. 
Li vedevi fragili e stanchi a volte.
E dolci. 
Di quella dolcezza che resta indomita nonostante il disincanto.
Quella che non molla, che non molla mai.
Quella che cerca sempre e comunque il buono e il bello
anche se a volte deve scavare a mani nude.
No. 
Quelli non erano occhi.
Erano manoscritti antichi.
Erano anima. 
Erano pelle.
Erano chimere.
Erano viaggi.
Viaggi infiniti.
Viaggi del cuore.


©Elisabetta Barbara De Sanctis

martedì 22 dicembre 2015

martedì 19 maggio 2015

martedì 24 febbraio 2015

Eppure sono solo parole | Elisabetta Barbara de Sanctis | - Dania L.



Sono solo parole..eppure,
turbano, scavano, penetrano, bagnano,
si conficcano come aghi nella carne,
ammaliano i pensieri.
Eppure sono solo parole

©Elisabetta Barbara De Sanctis