Mi ero preparata per lui e per tutta la sera mi ero divertita a stuzzicarlo, lasciando che l'eccitazione accendesse ogni mio sguardo, ogni sfioramento per nulla casuale, ogni accavallamento di gambe. Lo conoscevo troppo bene per non aver notato il lampo di malizia che gli era balenato più volte nello sguardo, mentre sollevava l'angolo della bocca in un'espressione diabolica.Fingeva impassibilità mentre ogni poro della sua pelle trasudava vendetta. Era quella che agognavo. Avevo approfittato della presenza di decine di altre persone per provocarlo; mi ero divertita a tenerlo sulle spine, inebriata dalla tensione erotica che ci separava dal resto del mondo, densa e pregna di promesse silenziose...
Nonostante fossi all'erta, non appena uscimmo dal locale riuscì a cogliermi lo stesso di sorpresa. Mi afferrò per un braccio e quasi mi trascinò di peso in un vicolo laterale adiacente. Pochi secondi e mi ritrovai contro il muro, schiacciata dal suo corpo, i nostri respiri come nuvole di vapore denso nella notte rischiarata a malapena da un unico lampione.
Cosa vuoi fare?, lo provocai ridacchiando.
Potrebbe vederci qualcuno, la tua punizione dovrà aspettare….
Ma io voglio che ci vedano…, mi mormorò con voce roca sulle labbra. È quello che ti meriti. Meriti di essere punita per bene per quello che hai fatto.
E le sue labbra soffocarono la mia protesta con un bacio ruvido, impedendomi di respirare.
Non può farmi questo, pensai, ma fu solo per un attimo, il tempo che gli occorse per lasciar scivolare la mano lungo il mio fianco e infilarsi nel mio sesso già bagnato.
Il mondo smise di esistere. Intrecciai la mia lingua alla sua e mi inarcai, pronta ad accogliere qualunque punizione avesse in serbo per me...
©Elisabetta Barbara de Sanctis
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