mercoledì 4 ottobre 2017

Posso scrivere i versi più tristi | Pablo Neruda | - Michaela

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio:
“La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza”.
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa
io l’ho tenuta tra le braccia.
L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l’amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l’ho più.
Sentire che l’ho persa.
Sentire la notte immensa,
ancora più immensa senza lei.
E il verso scende sull'anima
come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore
non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto.
Lontano, qualcuno canta.
Lontano.
La mia anima non si rassegna di averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d’allora, già non siamo gli stessi.
Io non l’amo più, è vero,
ma quanto l’ho amata.
La mia voce cercava il vento
per arrivare alle sue orecchie.
D’un altro. Sarà d’un altro. Come prima dei miei .
La sua voce, il suo corpo chiaro.
I suoi occhi infiniti.
Ormai non l’ho più, è vero,
ma forse l’amo ancora.
E’ così breve l’amore e così lungo l’oblio.
E siccome in notti come questa
l’ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d’averla persa.
Benché questo sia l’ultimo dolore
che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.


Pablo Neruda

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