Il desiderio mi brucia il desiderio di cose belle che ho viste e non vissute. Il desiderio mi brucia ed impera ardente e solo nel mio cuore e nel mio cervello. Desidero tante cose che ho viste in trasparenza di musica fiori e profumi. Di luci e di brusii strani che avvicinano l’anima alla poesia. Che è questa voce? È il mio violino che canta (Strano. Eppure io non ci sono!) E questa vertigine insolita? È quella che provo quando La vedo. Tutto pare uno strano capogiro di febbre pieno di tanti frantumi di cristallo che scintillano e tintinnano tintinnano, tintinnano e scintillano… …ed in questa vertiginosa ridda ancora la vedo, bella e quasi assente immensamente bella ma lontana… …lontana… …lontana… …come la musica… …come l’inebriante profumo… …come le luci che ora sono nel silenzio spente
Anche la notte ti somiglia, la notte remota che piange muta, dentro il cuore profondo, e le stelle passano stanche. Una guancia tocca una guancia è un brivido freddo, qualcuno si dibatte e t’implora, solo, sperduto in te, nella tua febbre. La notte soffre e anela l’alba, povero cuore che sussulti. O viso chiuso, buia angoscia, febbre che rattristi le stelle, c’è chi come te attende l’alba scrutando il tuo viso in silenzio. Sei distesa sotto la notte come un chiuso orizzonte morto. Povero cuore che sussulti, un giorno lontano eri l’alba