Ma soprattutto... È possibile costruire la propria felicità sull'infelicità di qualcun altro? È necessario offendere e giudicare per sentirsi importanti? Io davvero non ci voglio pensare. Tutto quello che voglio adesso è riuscire a farmi guardare negli occhi, catturare per una frazione di secondo la vostra attenzione.
Sono pesante, sono permalosa. Non ricordo date, non ricordo le capitali, non ricordo i nomi dei più grandi artisti di tutti i tempi. Non ricordo i nomi delle strade e non ricordo mai che lavoro fa la gente. Ricordo bene se qualcuno mi ferisce, però. Ricordo bene se qualcuno ha gli occhi tristi, o se li ha pieni di gioia infinita. Ho sempre paura di essere fraintesa, è vero. E’ che credo, credo fermamente, che tutto questo pressapochismo, tutta questa “leggerezza” di cui in tanti dicono di aver bisogno,
tutto questo “ne riparleremo poi”, tutto questo “le cose stanno così, pace!” non faccia per me. Io sanguinerei, mi farei sanguinare le labbra pur di essere precisa in quello che dico e faccio. Io, perché io so che basta una parola, una piccola parola a far piangere una persona per notti e notti intere. Non io, io non lascio perdere. Io cercherò di far piangere meno persone possibili, perché sono i particolari ad uccidere.
Non è scritto da nessuna parte che qualcosa, solo perché è tanto bella, debba durare per sempre. Finisce tutto, finiscono anche le cose belle. L'importante è che ci siano state. Diamo per scontato che d'amore ce ne sia per tutti, ma non è così. L'amore è un miracolo. L'amore, quando arriva, non ci può dire quanto resterà. Siamo noi che pensiamo che sia “fino all'infinito e oltre” o “fino all'eternità”, ma l'amore, in realtà, come viene poi se ne va. O, ancora più spesso, se ne vanno le persone. Ma non importa. Tu ringrazia, ringrazia tutti quelli che ci sono stati e che per un po’ ti hanno resa felice. Anche se non ce l'hanno fatta a rimanerti accanto. Non odiarli. Siamo deboli, siamo così deboli e fragili che è impossibile non ferirci a vicenda. E’ solo un tentativo come un altro di sopravvivere. E’ solo paura.
Se potessi essere quella che vorrei essere ti amerei da morire, ti augurerei il buongiorno ogni mattina, ti farei regali all'improvviso, ti dedicherei canzoni, film e dolci. Se potessi essere quella che vorrei essere ti amerei da morire, ti scriverei sui muri, sulle strade, ti lascerei lettere nei cassetti, ti direi che mi manchi, e che ti amo, e che sei bello, e che ti voglio. Ogni volta in cui mi viene da piangere perché è un po' troppa la gioia di averti accanto, non mi nasconderei dietro la mia sciarpa, o dietro un paio di occhiali da sole. Ogni volta in cui mi rattristo perché ci speravo tanto, e da te me l'aspettavo, e invece no, te lo direi senza aver paura di risultare pesante. Se potessi essere quella che vorrei essere me ne fregherei delle conseguenze, del mio passato, delle mie ferite, e ti amerei come se senza il nostro amore potessi morire. Se potessi, ma non posso. Non posso perché ho già amato così, ed era considerato "troppo", come ogni cosa che faccio. Quindi ora vado avanti così, amo senza dirlo, senza dimostrarlo, a volte scoppio e amo più forte, e poi torna tutto normale. A costo di risultare fredda, insensibile, stronza. Amo come mi hanno insegnato ad amare: sto attenta. Tu mi dirai che è impossibile, che chi ama lo fa e basta, e forse hai ragione. Ma non io, non più. Io non amo e basta, io amo cercando di non farmi distruggere di nuovo. Consapevole che se potessi essere quella che vorrei essere, la nostra sarebbe tutta un'altra storia. Troppo bella per durare, probabilmente.
Ti faccio la promessa più grande che si possa fare, quella che, dopo di te, non farò a nessun altro. Comunque vada, ti prometto che non mi pentirò mai di questa nostra amicizia. Mi hai dato tanto, troppo perché tu un giorno possa togliermi più di quanto mi hai donato. Non mi pentirò mai di averti voluto bene così tanto e di averci creduto così tanto. Non mi darò mai della stupida. Non dirò mai: “Se tornassi indietro… Perché lo so: anche se tu mi tradissi, se tu mi mentissi, rifarei le stesse cose e ti vorrei bene allo stesso modo. Ci sono amicizie che non importa come finiscono, l'importante è che siano esistite.
Spero che tu stia bene, che tu possa andare al mare spesso, che ti basti ancora una birra per pensare che tutto si sistemerà, che tu dorma abbastanza, che tu non abbia troppa paura, che ti accorga dei piccoli incantesimi che ti circondano. Spero che tu abbia conservato quella luce che ti nasceva in fondo agli occhi quando parlavi di onestà e di desideri, spero non ti faccia troppo male, vivere, e spero che nessuno ti costringa a diventare cattiva, che nessuno fraintenda le tue intenzioni che saranno sicuramente buone, come quel giorno in cui mi dicesti “a noi no, non può succedere”. Io non ho smesso di crederci, comunque, e ti auguro lo stesso. Spero tu rimanga pura, gentile, un po’ sconclusionata, incompleta, ché le persone che si sentono fatte e finite si annoiano sempre un po’ e poi va a finire che soffrono o fanno soffrire. Spero tu non arrivi mai da nessuna parte, piuttosto non dimenticarti di continuare a camminare. Se ti ritorno in mente non maledirmi: sorridi. Non mi dimenticare. Lo sai che tutti vogliamo essere ricordati, no? In fondo non sono poi così diversa come mi piaceva ripetere. Io ti voglio bene, che è una cosa bella e uno a volte se ne dimentica: io ti voglio bene.
Non mi sento sciocca ad ammetterlo, non me ne vergogno nemmeno un po’ anche se qualcuno dice che dovrei, ma sono una sentimentale e c'è poco da fare, mi piace il mare, mi piacciono i tramonti, mi piacciono i film che vanno a finire bene, mi piacciono i baci lunghi e quelli inaspettati, mi piacciono le lettere d'amore e le storie che non sanno finire anche se sono finite da quel dì. E non è che siccome sono sentimentale allora vivo su un altro pianeta: lo so che esiste la cattiveria, la sporcizia, l'odio, il terrore. Lo so, ma mi basta una carezza per ritrovare la speranza...
Ho voglia di far l’amore con te, ma non fraintendermi. Non parlo di carezze o di lingue che giocano, di tutta quella forza che troviamo dentro all'improvviso mentre ci muoviamo come se non facessimo altro da una vita intera. Non parlo di piacere assoluto, di qualcosa di proibito, delle mie gambe intorno al tuo bacino, dei miei piedi che si posano piano sulla tua schiena. Non parlo di quando proprio non dovresti, eppure mi tocchi e te ne freghi, né di quando diventiamo un po’ troppo erotici per il mondo e ci tocca nasconderci in camera. Non parlo di quando mi sfiori il collo, mi chiedi di avvicinarmi e mi sussurri che forse è ora di andare a fare l’amore, ché tu non ce la fai più. Parlo solo di un bacio, di quel bacio che viene dopo qualche bacio, ogni volta che ci vediamo. Il primo è sempre un po’ così, imbarazzato. Poi ci ritroviamo più vicini e ci baciamo di più, e mi sembra che tu entri dentro di me, tanto che forse inizio a fare qualcosa che potrà sembrare strano, e di certo quasi impercettibile: ti accolgo. Ogni volta in cui ti vedo, dopo tutti i giorni passati lontana da te, mi apro e ti accolgo. E non sono nuda, e non arrossisco. Ho voglia di far l’amore con te con un bacio, e lo so che hai capito cosa intendo, lo so...
Era bella, bellissima e quando all'improvviso ha alzato lo sguardo ho capito cosa le era successo: qualcuno aveva preso la sua autostima e ci aveva fatto a botte, qualcuno aveva preso i suoi desideri e ci aveva giocato a nascondino. Qualcuno doveva averla portata al limite della sopportazione, delle forze, dell’amore. Aveva gli occhi brillanti e lucidissimi ma persi, lontani, trafitti da un’assenza accecante.
Resta viva. Non accontentarti. Porta i tuoi occhi a fare una passeggiata, appena puoi. Non rinunciare ai tramonti, alla speranza. Accetta la sofferenza. Accetta la felicità. Accetta la forza che a volte ti pervade. Non lasciarti schiacciare da quello che è stato, da quello che non hai. Non farti portar via la gentilezza, la curiosità, la fantasia. Continua a saltare nelle pozzanghere, se ti va. Cambia pettinatura, cambia pelle. Cambia modo di vestirti e di truccarti, cambia abitudini, amicizie, luoghi e sogni. Cambia spesso, ma lotta fino alla fine per non perderti. Abbi cura di te, soprattutto quando tornerai ad amare. Abbi cura del modo in cui guardi gli altri. Abbi cura del tuo amore, soprattutto adesso. Soprattutto quando non saprai a chi donarlo. Non gettarlo. Non sprecarlo. Tienilo da parte, ti servirà. Piangi pure; piangi quando vuoi. Ricordati di farlo ogni tanto. Ricorda che la cura, se davvero ne esiste una, sono le persone. Non dimenticarti di loro. Delle loro mani. Dei loro guai. Delle loro storie piccole ma grandiose. Non precluderti niente solo perché potrebbe distruggerti. Non sparire. Resta, goditi lo spettacolo. Resta coraggiosa. Resta dolce. Testa alta, cuore in mano