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giovedì 4 ottobre 2018

Parola carnale | Yannis Ritsos | - Dania L. - Lalla

Tutti i corpi che ho toccato, che ho visto, che ho preso, che ho sognato, tutti
sono addensati nel tuo corpo. O, tu carnale Diotima
nel gran simposio dei Greci. Se ne sono andate le flautiste,
se ne sono andati filosofi e poeti. I begli efebi dormono già
lontano, nei dormitori della luna. Tu sei sola
nella preghiera che levo. Un sandalo bianco
dai lunghi lacci bianchi è legato alla gamba della sedia. Sei l’oblio assoluto;
sei il ricordo assoluto. Sei la non incrinata fragilità. Fa giorno.
Fichi d’India carnosi scagliati dalle rocce. Un sole rosa
immobile sul mare di Monemvasià. La nostra duplice ombra
si dissolve alla luce sul pavimento di marmo pieno di sigarette calpestate,
coi mazzetti di gelsomini infilati negli aghi di pino. O, carnale Diotima,
tu che mi hai partorito e che ho partorito, è ora
che partoriamo azioni e poesie, che usciamo nel mondo. Davvero, non scordare
quando vai al mercato di comprare mele in abbondanza,
non quelle d’oro delle Esperidi, ma quelle grosse e rosse, che quando affondi
nella polpa croccante i tuoi splendidi denti resta impresso,
come un’eternità sui libri, pieno di vita il tuo sorriso.

Yannis Ritsos

mercoledì 19 luglio 2017

Testimonianze | Yannis Ritsos | - Laura lalla


Prende in mano oggetti scompagnati – una pietra,
una tegola rotta, due fiammiferi bruciati,
il chiodo arrugginito del muro di fronte,
la foglia entrata dalla finestra, le gocce
che cadono dai vasi annaffiati, quel filo di paglia
che ieri il vento portò sui tuoi capelli, – li prende
e là nel suo cortile costruisce pressappoco un albero.
In questo “pressappoco” sta la poesia. La vedi?

Yannis Ritsos






venerdì 20 gennaio 2017

Come sei bella | Yannis Ritsos | - Dania L.



Come sei bella.
La tua bellezza
mi spaventa.
E ho fame di te.
E ho sete di te.
E ti supplico:
nasconditi.

Yannis Ritsos